Il 1919 è un anno di transizione per Luigi Sacco; il dolore per la morte a poco più di un anno di età del figlio primogenito Gianangelo sarà sanato a fine anno dalla nascita della figlia Maria; finita ormai la guerra Sacco considerò diverse ipotesi per il suo futuro, anche quella di lasciare l'esercito per il ministero degli esteri, dove la sua esperienza in campo crittografico sarebbe stata certamente molto apprezzata.
Alla fine però la nomina a direttore dell'Officina militare RT di viale Angelico a Roma gli consentì di restare nell'esercito tornando ad occuparsi prevalentemente di radiotelegrafia e radiogoniometria.
Sacco si impegnò immediatamente al potenziamento e all'ammodernamento delle strutture dell'officina, La sua maggiore realizzazione in questo periodo fu la stazione portatile V1 realizzata nel 1925 in collaborazione con il tenente Angelo Terranova. La stazione usava valvole (triodi) e pile a secco ad alta capacità per l'alimentazione, oltre a un'antenna circolare. La stazione fu prodotta in serie dall'officina con successive versioni migliorate la V1 bis, la V1 ter, la V2, fino alla versione R2 isoonda che si guadagnò una fama di eccellenza nel confronto con altri modelli italiani e non.
Altra importante sua realizzazione fu il radiogoniometro RGP progettato nel 1933; questo apparecchio permetteva di intercettare la trasmissioni radio di stazioni anche molto distanti e di localizzarle con una precisione superiore a quella degli altri simili apparati dell'epoca.
In questo periodo Sacco non dimenticò peraltro la sua esperienza in campo crittografico ed anzi, una volta tolto il segreto militare sui cifrari della Grande Guerra, la raccolse in un volume intitolato «Nozioni di crittografia» e pubblicato nel 1925, primo embrione del futuro «Manuale di Crittografia».
Sacco dedicò anche una parte delle sue energie all'insegnamento delle tecniche radiotelegrafiche presso l'Istituto Centrale Militare di RT. Frutto di questa attività fu il "Manuale di Radiotecnica" pubblicato in collaborazione con il ten.col. Achille Celloni e rimasto per molti anni come testo di riferimento in questa materia. Nel giugno 1930 ottenne la libera docenza in "Radiocomunicazioni" presso l'Università di Roma.
Nel 1935 Sacco, promosso Maggior Generale, lasciò l'officina per diventare capo del Reparto Trasmissioni nella Direzione Superiore Servizio Studi ed Esperienze del Genio.